giovedì 13 marzo 2014

Appendice alla rubrica: divergenze linguistiche in cucina. Incomprensioni a tavola.

Ebbene nasceva necessaria un'appendice culinaria alla rubrica di divergenze linguistiche, in quanto molte diversità di linguaggio nascono proprio a tavola o al super mercato. Qui in Lombardia poi storpiano moltissime parole legate al mondo alimentare. Alcune di queste sono cosi radicate che se ne è dimenticato il corrispettivo in italiano, anzi molti milanesi/lombardi sono assulatemente certi (ma pensa!) che si tratti di termini corretti e riconosciuti dall'Accademia italiana della Crusca.

Ecco il mio piccolo personale glossario alimentare indispensabile (a mio avviso) per l'integrazione a tavola.

Partiamo da Milano e dalla Lombardia dove i "cornetti" - pronunciato rigorosamente con la "e" apertissima mi raccomando - non sono i fragranti Croissant che si mangiano a colazione e neppure dei porta fortuna anti malocchio, ma bensì gli universalmente conosciuti "fagiolini" quelli che da noi a Genova si usano per il polpettone. Già i semplici e verdissimi ortaggi primaverili.

Es. M: Sono andato all'Esselunga e c'erano i cornetti in offerta.
      G: Davvero? quindi li hai presi per la colazione a casa, bella idea!
      M: Ma va, secondo te mangio i cornetti a colazione?
      G: ????


Quasi universalmente riconosciuto il termine genovese/ligure "muscoli" ovvero "cozze". Da noi questo termine è talmente diffuso che anche i menù dei ristoranti (da sottoripa a Zeffirino) lo utilizzano. Essendo un popolo, il nostro, di marinai può essere (deduzione tutta mia) che il termine "muscoli" sia più vicino all'inglese "mussels" che non al corrispettivo italiano. Ma non si sa, resta il fatto che il termine è radicato e non si sradica.

Es. pratico al ristorante
 G: Prendo della pasta con il sugo di muscoli, grazie!
 M: ???

Restando in tema "marino" a Milano vi capiterà di sentir dire "Vorrei un polipo da un kilo, per stasera".  Ebbene non sarete nell'asettica sala di un noto chirurgo, ma al supermercato o dal "pesciaio", ehm scusate dal "pescivendolo", per acquistare un comune polpo o piovra da preparare per cena.
Questa storpiatura non mi piace proprio. Il polpo lo conosco, lo mangio, l'ho visto e lo so pescare e davvero non riesco a chiamarlo diversamente. Soprattutto se la storpiatura ricorda un qualcosa di medico e in qualche modo "schifoso", bleah!



In ambito marinaro ancora un altro termine assai diffuso a Genova è "acciuga" che deriva dal più stretto e dialettale "ancioa" e sta ad indicare la meglio nota "alice".
Nella versione mangereccia le acciughe vengono proposte all'ammiraglia, impanate e fritte, ripiene..etc sempre buonissime.
Da noi è anche ben diffusa l'espressione "le acciughe fanno il pallone", che è anche il titolo di una nota e bellissima canzone di De Andrè, questo termine marinaro sta ad indicare il momento in cui le acciughe pescate e intrappolate nella rete affiorano a pelo d'acqua tutte insieme formando un pallone. Poetico!


Chiudo questa analisi con un riferimento a un'intramontabile storpiatura tutta lombarda: la "Bologna" con la quale si indica la più comune mortadella.

Es.pratico dal salumiere
Vorrei un etto di Bologna, senza pistacchio, grazie!

Buon appettito!


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